Non consentire ai giorni inclementi
di disintegrare l'immaginedella trascorsa giovinezza.
vieni saliamo sui bianchi corsieri
e liberi da briglie andiamo
incontro al vento
con la libertà dei gabbiani
Guardami con occhi indulgenti
e non vedrai la donna un po' faneè
ma vedrai la giovane fanciulla
che tremante t'aspettava
con le impazienti labbra
che volevano essere baciate.
Portami per praterie sconfinate
guardiamo insieme il cielo stellato
lasciamoci accarezzare
dal silente chiarore lunare
dèsti aspettiamo il sorger del sole.
ho scritto questo pezzo qualche tempo fa...lo riporto qui sul blog questa sera...forse perche' in serate come questa mi pare di rivivere le medesime sensazioni, le stesse emozioni, lo stesso senso di vuoto...
Sparute istantanee
alternano lacrime
annebbiano i miei occhi
rossi di spilli.
Sono qui dall'ovunque al nulla
accartocciato in un angolo
a fare a pugni
con i miei spettri..
Coltellate fendenti
al petto squarciato
come capretto ad Arzana
il giorno del patrono.
Sento freddo a cuore aperto,
esposto per quanto cerchi di coprirlo
con pezze e lana consunta..
Buio e vuoto tutt'attorno
Chiudo gli occhi
che non bruciano piu'..
Vorrei addormentarmi
con l'ultima immagine di te
impressa a piombo sulla retina umida,
marchiata a fuoco sul mio petto,
prima che il gelo ne faccia carne
insensibile e pallida
e accompagni il mio sonno
persempre nel nonrisveglio.
..........Quella terra arcana, quella terra che da’ cio’ che ha e cio’ che puo’, quella terra che non promette altro se non la genuina rudezza delle sue rocce, la animosa e vivace marea d’acqua blu, azzurra, verde, a tratti delicata come uno scialle di seta, in altri momenti mossa e spumeggiante come una pentola di acqua sul fuoco di legna, la profumata e aspra spianata di mirti, eucalipti, cisti, querce inarcate dal vento di secoli, immoti, bassi e piegati a punteggiare le colline, le montagne a far da corona ai tafoni di granito grigio e rosa che si stagliano in mezzo ai dossi, alle spianate, ai bordi del mare blu, a delimitare gli accessi alle navi ostili.
Quella terra ove e’ ancora possibile sentirsi essere e sentirsi vivi, si stava aprendo attorno all’infaticabile autobus mentre saliva lungo le curve infinite della costiera verso Palau, come un pavone che dischiude ogni penna del suo ventaglio per farsi rimirare semplicemente bello, senza darsi ad alchimie per apparire, semplicemente la bellezza che ostenta se stessa.
Il pullman arrancava su per le ferite di asfalto che l’uomo ha disegnato tortuose in mezzo a quelle montagne di granito e basalto e lo spettacolo che distrattamente l’autista lasciava sfuggire ai suoi occhi stanchi e che anche Carlo e Agnese assopiti non potevano gustare era di quelli epici,
montagne a sinistra, querce tutt’attorno segnate dalle ferite rosse come sangue del recente taglio del sughero, quasi a voler significare la sofferenza di quel popolo orgoglioso e generoso, a voler rammentare che quella e’ terra di ferite storiche profonde, mai lenite dal tempo, ad incutere
rispetto nel turista inconscio del valore di quanto sta attorno al bel mare, alle belle sensazioni e alla bella compagnia di innumerevoli estati.
Sulla destra quasi a picco, a seconda dell’inclinazione del tornante che il torpedone affrontava con fatica, faceva capolino ora una caletta azzurro verde, ora una piscina naturale scolpita nelle rocce, ora un litorale sabbioso aperto alla furia della schiuma bianca e blu, ora una costellazione di sassi disordinati e levigati da secoli di vento possente e frustati dalla forza dirompente delle onde spumeggianti.
L’aria era tersa in quella mattinata, fresca e salsa, carica di elettricita’ generata dalla vicinanza del mare in movimento e dalle spume alte e vaporose della risacca, profumata di sale e ginepro, quasi assente di altri odori, perfettamente pulita e liscia come la pelle di una donna appena ristorata da un bagno caldo di spezie e profumi..............
Non credo nelle ricorrenze calendaristiche, ne tantomeno nelle feste del consumo, ma in ogni caso
una ricorrenza e' pur sempre una ricorrenza e ...quindi... un augurio di cuore a tutti coloro che si sentono innamorati... E questo a prescindere dall'essere in coppia sia chiaro...Oggi non e' giorno di bilanci, di verifiche dei rapporti di coppia...e' semplicemente a mio avviso un giorno per ricordare a se stessi che e' necessario cacciar fuori tutto l'amore che ci teniamo dentro...incondizionatamente, anche "sprecandolo", non preoccupandosi di mirare..... basta dare energia, trovare tra le pieghe delle corse quotidiane apparentemente cosi' lontane dall'amore a volte il tempo per dire un ti amo, a chi volete...a chi amate, a chi vorreste amare..alla propria compagna, al proprio padre, al proprio figlio, al proprio cane.....
Sembro retorico...puo' darsi.... anche perche' si ama tutti i giorni... ma mi piace dare un senso a questa ricorrenza...
Lasciate che sia sussurro di brezza nel silenzio della notte
Che lieve si involi questo pensiero dolce di te come falena illuminata
Fino alle stelle, senza parole, non serve parlare potrai vedere come io mi specchio nei tuoi i miei occhi tra le stelle che ancora brillano nel montare di quest'alba cristallina.
Lasciate che sia liquida emozione marea crepitante e melodia mentre avvolge ogni sensazione lontana e vicina di averti nell'ovunque e nel persempre..
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch'essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca
In balia della tempesta, tutta la notte al timone.. mantenendo la rotta.. sento oltre l'orizzonte il tuo canto, il tuo richiamo..
E' passata la notte nel traslucido pensiero eternamentepresente del bisogno che ho di te.
E' calata la furia delle onde per lasciare posto ad una interminabile serie di onde lunghe ritmate e apparentemente infinite.
E sono qui ancora in plancia con lo stomaco strizzato da questa altalena di sensazioni onda lunga del saperti presente nell'oceano delle emozioni
Onda lunga che porta verso terra basta lasciarsi cullare non opporre vele al vento
La luce comincia a colorare l'alba, a dare corpo al blu notte delle onde lenzuola gonfie dell'attesa profumo di terra percepito tra salsedine e gelo,
Tengo stretta la barra del mio timone silenziosamente seguo la sinfonia della tua voce.. che mi abbraccia e scalda riparandomi dal vento gelido dei diurni silenzi.. amore...
Il vento sferzava il volto,
strappava le vele e tendeva le cime.
Gli spruzzi delle onde
che si frangevano nella notte
contro il fasciame del galeone
erano rumorose ed improvvise
docce inattese ad ogni affondo
della chiglia nelle ferite di quel
tratto di oceano in tempesta...
La notte era scura, di pece,
le nuvole spesse non lasciavano
ne fantasia ne raziocinio all'ufficiale di rotta
che procedeva ignaro, a vista nel buio.
Ogni scroscio di mare che si abbatteva sul ponte
bagnava gli uomini da testa a piedi
quasi a ricordare loro che in mare comanda solo il mare....
E la Spagna era lontana, troppo lontana per sognare e distrarsi....meglio tenere fermo e dritto il timone...presto fara' giorno e i marosi si placheranno....
E' sera,
sera tiepida
sera senza vento
di un docile settembre.
Mi sono dimenticato di me
qui su questo muretto
che delimita l'asfalto della promenade
dalla distesa di sabbia color granito.
Ho lasciato la mia anima qui
a respirare il lento ritmo dei polmoni della risacca,
a bocca semichiusa a gustarne la frescura
che conquista aria e terra al calore del giorno,
a guardare l'orizzonte a ponente
un susseguirsi di scuri profili
delle antiche eruzioni di questa terra arcaica
che fanno da cornice
al lago salato di questa emozione.
Mare infinito innanzi,
mare morbido e senza movimenti in superficie,
come un lenzuolo di seta ben teso
sul letto ancora non violato dagli amanti.
Immobile, scuro e d'argento,
pettinato dai riflessi dorati e violacei
di questo tramonto a pennello,
mare da bere,
da piegare con la mente in mille risvolti
per metterlo in tasca e portarlo con se....
Per portarlo da te...
Orizzonte inafferrabile
che si confonde col sole calante,
orizzonte di speranza e di emozione
che riempie le aspettative di futuro;
Incessante voglia di rinnovare la sensazione di te.
Ed e' come se fossi qui,
accanto a me, dimenticata anche tu
dalla tua quotidianita'
su questo muretto di blocchetti grigi,
ad ascoltare vicini
il ritmo dei nostri respiri...
mescolarsi....
con il rumore raro e discontinuno delle acque,
con il silenzio della notte magica
che sta per abbracciarci.